24 aprile 2010

Il “ritiro formativo”, vitamina per l’anima

Qualche settimana fa la San Bartolomeo, piccola società sportiva di oratorio, ha portato allenatori e dirigenti in ritiro. Problemi di classifica? Allenatore in bilico? Niente di tutto questo: si trattava di un “ritiro formativo”, un week-end bello e intenso nel quale ritrovarsi per andare insieme alla ricerca delle motivazioni di fondo del proprio servizio educativo, per formarsi come persone, come educatori e come operatori dello sport.

Qualche settimana fa la San Bartolomeo, piccola società sportiva di oratorio, ha portato allenatori e dirigenti in ritiro. Problemi di classifica? Allenatore in bilico? Niente di tutto questo: si trattava di un “ritiro formativo”, un week-end bello e intenso nel quale ritrovarsi per andare insieme alla ricerca delle motivazioni di fondo del proprio servizio educativo, per formarsi come persone, come educatori e come operatori dello sport. Per farla breve, un ritiro in cui ripetute, Test di Cooper, esercitazioni tecniche vengono sostituiti da vita comunitaria, fraternità, spiritualità, testimonianze e riflessioni formative, ricerca del senso della vita. È un’esperienza comune a tante società sportive di oratorio. E spesso capita che a coordinare il “ritiro formativo” sia il don della Parrocchia o il Consulente del Csi del Comitato. È stato così nel caso della San Bartolomeo, che ha affidato il compito a don Giampaolo (consulente del Csi Cremona). A colpirmi è stata la scelta “tattica” del don: per aiutare allenatori e dirigenti a riflettere niente lezioni o grandi dissertazioni, meglio uno spezzone di un film di Peppone e don Camillo, quello in cui si organizza il mega partitone tra la squadra allenata da Peppone e quella allenata da don Camillo. Pochi minuti con tre momenti salienti. Il prete e in sindaco che, prima della partita (uno di nascosto dall’altro), cercano di corrompere l’arbitro; l’arbitro che, inseguito dai tifosi, scappa a gambe levate e si rifugia in Chiesa; Don Camillo che parla con il Crocefisso prima per chiedere scusa per la tentata corruzione e poi per chiedere a Dio se «poteva farli vincere» sentendosi rispondere: «Caro Don Camillo, io non mi occupo delle gambe o dei muscoli, ma delle anime delle persone». Tre spunti che offrono occasioni di riflessione. Ad esempio, quante volte nella vita quotidiana rischiamo (in buona fede) di tradire o corrompere la nostra vocazione educativa? Quante volte vaghiamo stancamente, oppressi dalle mille fatiche di una società sportiva, prima di capire che il posto dove possiamo “rifugiarci” è tra le braccia di Dio? Quante volte finiamo per dimenticarci che Dio a ciascuno di noi chiede di occuparci dei ragazzi che ci vengono affidati e non solo dei loro muscoli o delle qualità dei loro piedi? Al di là del film di don Camillo, è certo è che, se una squadra per essere competitiva ha bisogno di un “richiamo” di preparazione durante l’anno, una buona società sportiva ha bisogno di un “ritiro formativo” per ricaricare anima, cuore e senso di quello che fa.

L'angolo del Presidente

Il “ritiro formativo”, vitamina per l’anima

Massimo Achini

Presidente Nazionale